COSMOPROF, DICHIARAZIONE DI MATTEO ZOPPAS, PRESIDENTE AGENZIA ICE

«Lo scorso anno Cosmoprof ha richiamato 250.000 visitatori, un numero molto importante per un evento fieristico soprattutto quando è rivolto al business to business. I numeri ci dimostrano che la cosmetica è un settore in crescita: nel 2023 l’export del settore ha visto un incremento di oltre il 20% sul 2022 e anche nel 2024 abbiamo osservato un ulteriore aumento delle esportazioni dell’11,4% sul 2023.  Possiamo quindi affermare che la cosmetica è di quelle locomotive che hanno consentito al Made in Italy, che nel complesso ha chiuso in linea rispetto all'anno precedente, di non essere penalizzato da settori in calo come l’Automotive. Con 8,4 miliardi di euro di export, che vale oltre il 40% del fatturato totale del comparto, il beauty si conferma quindi un asset strategico per il Made in Italy soprattutto alla luce dei 626 miliardi di euro generati complessivamente lo scorso anno. Per l’edizione 2025, ICE fornisce a Cosmoprof un contributo fondamentale ingaggiando e portando in Italia 220 operatori, buyer e KOL (Key Opinion Leaders) da 80 paesi, intercettando la domanda più adeguata rispetto alle esigenze degli imprenditori del settore che, al contempo, accompagna all'estero sostenendo la loro l’internazionalizzazione. Cosmoprof, in particolare, ha partecipato alle varie esposizioni organizzate in Asia, in America, in Africa, tutti mercati con ottime prospettive di crescita. Riguardo al freno dei dazi, ma al momento ancora non si sa quali saranno effettivamente applicati, è opportuno in ogni caso scongiurare un conflitto commerciale. In questo clima, l’export Paese di gennaio 2025 si attesta comunque a poco meno di 49 miliardi di euro segnando un +2,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, nonostante le difficoltà di comparti chiave come l’automotive (-15,8%) o di mercati come quello della Cina che ha registrato un -24% anno su anno. Riuscire a raggiungere questi risultati, considerando il contesto, vuol dire che esistono delle eccellenze in grado di compensare i deficit come l'agroalimentare, la chimica, la farmaceutica e appunto anche la cosmetica».