Serbia
AUMENTO DEL 6,6% DEL COSTO DI ELETTRICITÀ IN SERBIA
A partire dal 1° ottobre, il prezzo dell’elettricità in Serbia aumenterà del 6,6%, innescando una catena di rincari su molti beni e servizi. Contestualmente, i costi per il trasporto e la distribuzione dell’energia elettrica saliranno rispettivamente del 10% e del 16% rispetto ai livelli del 2021. Inoltre, la soglia per l’accesso alla fascia tariffaria più costosa — la cosiddetta “zona rossa” — per le famiglie sarà ridotta da 1.600 a 1.200 kWh, esponendo un numero maggiore di utenti a tariffe più elevate. L’incremento, richiesto dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) per garantire la sostenibilità finanziaria delle aziende energetiche, destinerà i nuovi introiti al rafforzamento della stabilità finanziaria di Elektrodistribucija Srbije (EDS) e agli investimenti nella rete di distribuzione. Il prossimo adeguamento tariffario è previsto entro gennaio 2027, in seguito a una valutazione dello stato economico del settore energetico. Secondo Željko Marković, esperto energetico, l’aumento della tariffa di distribuzione (mrežarina), invariata da quattro anni, è giustificato anche dalle perdite di EDS: 10 milioni di euro nel 2023 e 60 milioni nel 2024. Inoltre, i costi operativi sono cresciuti con l’inflazione, rendendo necessario un aggiornamento tariffario. Per le imprese, il rincaro si tradurrà in un aumento complessivo delle bollette di circa il 2-3%, a seconda della struttura dei consumi e dei contratti stipulati. Anche se l’energia è acquistata a prezzi di mercato (attorno a 104-105 euro/MWh), l’aggiunta della tariffa di rete e di altri oneri porta il costo finale a circa 140-150 euro/MWh. Bojan Stanić, della Camera di Commercio serba (PKS), sottolinea che l’aumento energetico, concordato con il FMI come condizione per l’accordo con la Serbia, aggrava i costi produttivi e indebolisce la competitività delle esportazioni serbe, alimentando al contempo la pressione inflazionistica. L’inflazione, infatti, supera già l’obiettivo fissato dalla Banca Nazionale di Serbia. L’impatto sui consumatori è significativo: le famiglie dovranno destinare una quota maggiore del reddito all’elettricità, riducendo la spesa per altri beni. A ciò si aggiunge l’aumento straordinario del salario minimo da ottobre e quello ordinario previsto per gennaio 2026, che innalzerà ulteriormente i costi del lavoro per le imprese, rischiando di innescare nuovi rialzi dei prezzi. Infine, l’economia serba mostra segnali di rallentamento, con minor domanda estera e costi di produzione più elevati. Alcune aziende hanno già sospeso le assunzioni, mentre casi come la chiusura dello stabilimento Leoni a Niš — che lascerà senza lavoro quasi 2.000 persone — riflettono l’impatto del protrarsi della crisi europea. Per le aziende italiane attive nei settori energetico e industriale, questa situazione potrebbe rappresentare un’opportunità per proporre soluzioni di efficienza energetica, tecnologie per la gestione intelligente dei consumi o partnership per l’ammmodernamento delle infrastrutture elettriche serbe. (ICE BELGRADO)
Fonte notizia: biznis.rs