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19 Giugno 2025

Mauritania

MAURITANIA: IL GRIDO D’ALLARME DEI PESCATORI LANCIATO A NIZZA

A margine dei discorsi ufficiali alla Conferenza Mondiale degli Oceani (Unoc), conclusasi la scorsa settimana a Nizza, i rappresentanti della pesca artigianale mauritana hanno lanciato l’allarme sulle devastazioni delle flotte europee e asiatiche in Africa occidentale.Un giornalista del media online Vert ha intervistato un pescatore e un addetto alla lavorazione del pesce, venuti dalla Mauritania.“Molte specie sono scomparse, a causa dell’uso di attrezzature da pesca inadeguate o del riscaldamento globale”, denuncia Roughaya M’Bodj, trasformatrice del pesce vicino al confine senegalese, nel sud mauritano. La tragedia che affligge le coste africane è documentata da diversi anni, ricorda Vert: pescherecci europei e asiatici pescano massicciamente, e a volte illegalmente, piccoli pesci per trasformarli in farina di pesce e olio, utilizzati per l’alimentazione del bestiame nel Nord del mondo (in particolare nell’acquacoltura). “Il salmone che mangiate è pesce rubato”, insiste Roughaya M’Bodj.Sardine, orate, frutteti a catena… ogni anno, oltre 500.000 tonnellate di piccoli pesci vengono pescate al largo delle coste dell’Africa occidentale per rifornire gli impianti di trasformazione, secondo un rapporto pubblicato nel 2021 da Greenpeace Africa e dalla Changing Markets Foundation. Un vero e proprio “saccheggio” delle popolazioni locali che dipendono dalla pesca, secondo l’associazione Bloom, che identifica i principali responsabili di questa pesca eccessiva dai toni neocoloniali: Cina, Taiwan, Russia, Unione Europea, oltre a diversi paesi africani confinanti. (ICE CASABLANCA)


Fonte notizia: infoafrica