Secondo le stime preliminari del Ministero delle Finanze, il piano tariffario dell'amministrazione Trump ridurrebbe il PIL dell'economia israeliana di diversi miliardi di shekel solo nel 2025. Allo stato attuale, nell'incertezza che ancora circonda il livello dei dazi che verrebbero imposti sui beni israeliani, il danno annuo alla crescita è stimato in meno dello 0,5% del PIL, ovvero meno di 10 miliardi di shekel (2,5 mld di euro, ndr). Questo danno è direttamente attribuibile allo shock del commercio globale legato al piano tariffario USA. Nonostante l'impatto negativo, il tasso di perdita previsto per il PIL è moderato rispetto alle previsioni per altri Paesi, compresi gli stessi Stati Uniti. La prevista riduzione delle previsioni del Ministero delle Finanze non è inaspettata. Il Paese pubblica due previsioni macroeconomiche ufficiali: una dal Ministero delle Finanze e una dalla Banca d'Israele, che all'inizio di questo mese aveva già ridotto le sue previsioni di crescita dal 4% al 3,5%. Il Ministero delle Finanze è più ottimista della Banca d'Israele e probabilmente ridurrà leggermente le previsioni dal 4,3%. Anche il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha pubblicato di recente una revisione globale che tiene conto della questione dei dazi. La revisione non si concentra su Israele, ma contiene una previsione di crescita rivista per il Paese del 3,2%, in miglioramento rispetto alle previsioni del FMI di ottobre 2024, che indicavano una crescita del PIL del 2,7% nel 2025. (ICE TEL AVIV)

Fonte notizia: Globes